Casapace e OpetBosna si schierano come sempre al fianco delle persone in transito in Est Europa. Ci sono delle parole che risuonano dalla scorsa settimana e che ci teniamo a comunicarvi.

La prima parola che vogliamo esprimere è solidarietà, la nostra piena e convinta solidarietà a Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir, i due volontari di Trieste fondatori dell’Associazione Linea D’Ombra OdV con cui siamo in contatto sin dall’inizio dell’esperienza di OpetBosna, nell’ottobre del 2018.

Settimana scorsa Gian Andrea, 84 anni, è stato accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina a scopo di lucro, casa perquisita, pc e telefono sequestrati dalla Digos. Il fatto ha raggiunto risonanza nazionale.
Accuse infamanti e ingiuste quelle elevate contro Gian Andrea. La solidarietà, la cura delle ferite, l’accoglienza ai migranti non possono e non devono essere considerati reati! Sono il frutto di scelte politiche coerenti, di gratuità quotidiana e di un impegno pluriennale di volontari, verso i migranti, vittime del Game, della negazione del diritto d’asilo e di leggi inaccettabili come il reato di “immigrazione clandestina”.

Se ci sono due persone che da sempre si spendono in prima persona per curare le persone migranti della Rotta Balcanica, sono Lorena e Gian Andrea. Chi ha seguito a maggio 2020 il nostro cineforum ricorderà Lorena Fornasir: è una delle protagoniste del documentario Dove Bisogna Stare di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli.

Invitiamo a leggere i comunicati di Linea d’Ombra:

https://www.lineadombra.org/2021/02/23/lorena-e-gian-andrea-sotto-accusa-per-reato-di-solidarieta https://www.lineadombra.org/2021/02/24/comunicato-di-gian-andrea-franchi/

La seconda parola è grazie! Grazie ai quasi cento partecipanti, martedì 23 febbraio, al webinar “Rotta Balcanica: dalle Notizie alle Azioni”, che abbiamo organizzato per aggiornare e sensibilizzare sulla situazione in Bosnia. E grazie agli ospiti che hanno portato interventi di assoluto rilievo e testimonianze dirette della loro esperienza sul campo:

Cristina Molfetta di Fondazione Migrantes, curatrice del rapporto annuale sul Diritto d’Asilo;

Silvia Maraone di IPSIA-Acli coordinatrice dei progetti in Bosnia Erzegovina e Serbia (riportiamo una recente intervista a Silvia e a Caterina Bove di ASGI, molto ricca di spunti);

Riccardo Fernández e Valentina Angotti, dell’associazione No Name Kitchen che hanno descritto i progetti a Velika Kladuša, che anche OpetBosna contribuisce a sostenere;

Mirko Rozzi di OpetBosna-Casa per la Pace Milano, che si è collegato direttamente dalla Bosnia dove si trova attualmente.

Tutti gli interventi saranno presto ri-ascoltabili sul sito www.opetbosna.it.

La terza parola è viaggio. Quello che sta realizzando Mirko: è riuscito finalmente a tornare in Bosnia per un itinerario a tappe dove sta incontrando volontari di altre associazioni, portando aiuti diretti ai migranti e raccogliendo testimonianze, prime fra tutte quelle di No Name Kitchen.

La quarta parola è azione… perché se dopo il rogo di Lipa del 23 dicembre 2020 l’attenzione dei media è aumentata e le notizie finalmente arrivano, quello che conta sono le azioni. E OpetBosna vuole continuare a fare la propria parte. Dal 19 marzo al 24 aprile realizzeremo la raccolta di vestiti primaverili-estivi da portare direttamente in Bosnia in un prossimo viaggio previsto per l’8-10 maggio. Luoghi, date e orari delle raccolte saranno definiti nei prossimi giorni e comunicati a tutti i nostri sostenitori sui siti di OpetBosna e Casa Per La Pace o su facebook.

A presto!

Per contattarci opet.bosna@casaperlapacemilano.it

Per sostenere le nostre iniziative, si può donare mediante Bonifico intestato a Casa per la pace Milano APS IBAN: IT58C0359901899050188553432 (conto dedicato ai progetti di OpetBosna)