È lunga e difficile la strada su una rotta che riflette la violenza strutturale di un sistema fatto di disuguaglianze e di diritti negati che difende ad ogni costo i suoi confini. Perseveranza, coraggio, determinazione, forza sono solo alcune delle caratteristiche che bisogna portarsi dietro quando si intraprende un viaggio lungo una rotta migratoria come quella balcanica. Meno male che Saad, nome fittizio che daremo al protagonista di queste poche righe, partì ben attrezzato dal suo paese d’origine cinque anni fa.
Per 3 anni abbiamo condiviso con lui piacevoli e lunghe chiacchierate gustando del caffè, sempre nello stesso bar, sempre a Velika Kladuša, purtroppo in quest’ultimo anno gli incontri sono stati pochi e fugaci. Non si può riportare a parole l’immensa felicità di averci preso nuovamente un caffè insieme a Saad…. questa volta a Milano! Dopo tanti anni ce l’eravamo ripromesso, augurato, sognato ed è successo: l’abbiamo riabbracciato nella nostra città. Il suo grande sorriso nascondeva la stanchezza del viaggio, ma il suo corpo ossuto e il suo viso grinzoso nonostante la sua giovane età, la tradivano. Segni evidenti, solchi lasciati sul viso e sul corpo da un viaggio durissimo, durato cinque anni, che ancora non sono bastati per arrivare a destinazione più a Nord; perché l’Italia è solo una tappa, verso una possibile vita, una qualche stabilità per sé e per i suoi cari a casa, lasciati quando era appena poco più che ragazzo.
Auguriamo al nostro amico un buon proseguimento e coronamento del suo progetto e ci ripromettiamo il prossimo caffè nel luogo dove sogna arrivare, inshallah! A presto, Saad.