Milano, la capitale della moda. La città del business. Superficiale? Fredda?

Città delle modelle, dell’abbigliamento, del lusso, delle feste, delle ferie di qualsiasi cosa immaginabile… dove quello che importa è l’aspetto fisico, essere belli, prendere cura del proprio viso, del proprio corpo, delle apparenze…

Ma, è veramente così? Milano è una città dove non importa altro che la bellezza, la moda e il successo? 

Vengo dalla Spagna e sto svolgendo il Servizio Volontario Europeo presso un’associazione chiamata Casa per la Pace Milano, nel quartiere di Corvetto.images (2)

Ho scoperto che ci sono delle persone che non c’entrano niente con l’amore per la moda, il design o la superficialità. Gente che si interessa davvero per gli altri, lavorando nell’educazione nella Nonviolenza, portando nelle scuole la lotta contro i pregiudizi, integrando i migranti insegnandogli la lingua italiana, alzando la voce contro la disuguaglianza della società, provando a creare consapevolezza sui conflitti nel mondo, promozionando la cura dell’ambiente…  insomma, provando a lasciare ai nostri figli un mondo migliore di questo che adesso abbiamo noi.

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Così come Casa per la Pace, esistono numerose associazioni, ONG, cooperative di vario genere a Milano che lavorano nella promozione sociale, che lavorano a favore della disabilità, delle donne maltrattate, dei rifugiati, dei migranti, dei bambini, delle famiglie… in pratica a favore di tutte quelle persone che hanno bisogno.

Insieme a me lavorano altri due volontari europei, Elisabeth che viene dalla Francia e Tony che viene dalla Germania. Con noi lavorano anche due volontari italiani del Servizio Civile, Mattia e Sabina.

Per conoscere l’altra realtà di Milano, noi cinque siamo andati due volte a fare una gita di conoscenza che abbiamo chiamato Milano NonViolenta. Un percorso nella città per conoscere l’altra faccia di Milano, quella meno visibile, meno lussuosa, in posti dove si vogliono esprimere altri valori e altri modi di fare le cose.  

A Novembre, abbiamo cominciato questo percorso NonViolento visitando Banca Etica, un’entità nata per gestire i soldi in maniera responsabile e consapevole con un’iniziativa socio-economica ispirata ai principi di un modello di sviluppo umano e sociale sostenibile.

Ci accolse un gentiluomo di nome Fabio, che è socio della Banca, insieme ad altre tante persone che credono nella possibilità di fare banca con rispetto della dignità umana e dell’ambiente.

Dopo questa interessante visita, andammo al Ciessevi (Centro Servizi per il Volontariato), dove ci spiegarono che questo centro coinvolge molte associazioni a Milano con la finalità di sostenere e qualificare il volontariato. La prima preoccupazione di Ciessevi è stata quella di aprire un punto di informazione e consulenza per il volontariato, dove le organizzazioni potessero rivolgersi per esporre i loro problemi e per trovare risposte e strumenti.

Poi, dopo un bel pranzo, finimmo questo primo giorno NonViolento andando a visitare Radio Popolare, una radio nata nel 1975 come un’emittente indipendente, imperniata su una cooperativa formata da lavoratori e collaboratori, con la partecipazione di rappresentanti di forze politiche e sindacali che storicamente hanno sostenuto l’esperienza. Questa radio considera valori irrinunciabili la propria indipendenza e la funzione di servizio, e ritiene il diritto essenziale della persona a poter comunicare ed essere informata.

Tra questa bella e interessante esperienza, lo scorso Marzo siamo andati alla seconda Milano NonViolenta. Questa volta abbiamo cominciato visitando la bottega di AltroMercato Chico Mendes, un bel negozio all’interno della rete di AltroMercato, la principale organizzazione di commercio equo solidale presente in Italia e tra le principali a livello internazionale. Dal 1988 lavora per continuare ad essere un riferimento nella promozione e realizzazione di pratiche di economia solidale finalizzate a uno sviluppo sostenibile.

Questa realtà collettiva persegue una forma comunitaria di scambio, ed è composta da 113 cooperative e organizzazione non-profit che promuovono e diffondono il Commercio Equo e Solidale, cercando relazioni e instaurando rapporti commerciali diretti con i paesi del Sud del Mondo, con lo popolazioni svantaggiate e i produttori marginalizzati dal mercato.  

Dopo questa interessante incursione nel Commercio Equo siamo andati all’Ostello Bello adiacente al Duomo. Questo Ostello nasce come idea di un gruppo di amici che nel 2009 decide di invertire e dare voce alla loro passione per il viaggio e la condivisione. Questa passione si traduce in quello che, da sempre, era il sogno di molti: realizzare un ostello. Un luogo che potesse essere visto come “un fiorellino in mezzo alla città”.

Così, nel 2011 apre le sue porte al pubblico il primo Ostello Bello di Milano, e viene replicato a Milano nel 2015 vicino a Stazione Centrale. Questa bella idea di viaggio e rapporti umani si può trovare anche in Myanmar. Durante questa piccola visita ci siamo sentiti avvolti dall’atmosfera accogliente di questo ostello, che come suggerisce il nome, è molto bello.

Per finire questa gita ci siamo diretti verso la zona dei Navigli a conoscere il NAGA, un’associazione di volontariato laica e apartitica che si è costituita a Milano nel 1987 allo scopo di promuovere e di tutelare i diritti di tutti i cittadini stranieri, rom e sinti senza discriminazione alcuna. Il NAGA è una onlus iscritta ai registri del volontariato.

In questa associazione ci spiegano che il contatto diretto e quotidiano con queste realtà sociali permette di interpretare i bisogni e dare risposte concrete, avanzando proposte, richieste, rivendicazioni nei confronti di strutture sanitarie e istituzioni politiche.

Gli oltre 300 volontari del Naga garantiscono assistenza sanitaria, legale e sociale gratuita a cittadini stranieri irregolari e non, a rom, sinti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tortura oltre a portare avanti attività di formazione, documentazione e lobbying sulle Istituzioni.

L’associazione non si pone in alternativa o in concorrenza con i servizi sanitari pubblici, né desidera deleghe nell’ambito di un settore che rientra tra le funzioni preminenti dello Stato sociale; si propone, anzi, di estinguersi come inevitabile conseguenza dell’assunzione concreta e diretta del “problema” da parte degli organismi pubblici preposti.                                        

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Grazie a questi due percorsi che abbiamo fatto, insieme ai miei colleghi , ho avuto la possibilità di conoscere quest’altra faccia di Milano, questo bipolarismo che si svolge in questa meravigliosa città e in tutta l’Italia, l’Europa e nel mondo. Ho imparato che ci sono così tante persone che lavorano per ridurre il divario tra i due lati di ogni città, in ogni paese, in cui le persone si divertono andando a sfilate indossando dei carissimi abiti e gioielli, e dove allo stesso tempo ci sono persone offrendo il loro tempo e lo sforzo per aiutare le persone che non possono godere dei diritti umani fondamentali.

E ‘sorprendente e gratificante vedere quante persone sono coinvolte in questo aspetto della città volontariamente. I principi di empatia e solidarietà per cui si muovono le persone ad aiutare gli altri sono necessari e meravigliosi, ma questo dimostra come i governi lasciano indifesi le persone più bisognose, ed è qui dove abbiamo bisogno di lavorare, per avere delle città che mettono così tanto interesse per lo sviluppo di eventi di moda e design quanto per dare aiuto e integrare i più vulnerabili.

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